di Marco Proietti Mancini ♦ Quando apro gli occhi non riconosco il posto dove mi trovo. Mi sento un po’ stordito, come se avessi dormito troppo. Anche gli occhi fanno fatica ad abituarsi alla luminosità che mi circonda, che mi avvolge, mi sento come se fossi immerso in un bagno di luce. Eppure – nonostante questo Scopri
di Silvia Seracini ♦ Il nove è il mio numero preferito. Sono nato il nove settembre del millenovecentosessantanove e per i miei cinquant’anni mi sono regalato una vacanza a Milano. Quest’anno poi è particolare perché è la nona volta che soggiorno in questo hotel. L’idea di concedermi qualcosa di speciale per il mio compleanno, manco Scopri
di Roberta Minghetti ♦ Mi presento Tutti mi chiamavano GR, dicevano che assomigliavo a un tipo di grano che un tempo cresceva qui nelle campagne di Russi, il Gentil Rosso: più alto di tutti, generoso ma che “dava da fare” durante la mietitura. Da Gierre tempo qualche primavera e per comodità divenni Gir e poi Zìr che in dialetto romagnolo vuole Scopri
di Paola D'Agaro ♦ Il giorno in cui Jacu dai Rais scomparve nel nulla era un giorno come ce ne sono tanti ad Avasinis, piovoso e lento. Rivoli di fango tra le poche baracche rimaste dal post-terremoto, lampadine da 30 candele accese in pieno giorno, fili elettrici sospesi, impalcature sparse, il chiocciare delle galline nei Scopri
di Ornella Fiorentini ♦ 1) IL DRAGO. La dottoressa Angelica Flor richiuse la porta dietro di sé. Lasciò cadere sul tappeto rosso la pesante borsa di cuoio. Scaraventò il giubbotto di pelle nera sul divano. Raccolse i lunghi capelli color miele in uno chignon disordinato che metteva in risalto la nuca graziosa, i lineamenti regolari, Scopri
di Barbara Gramegna ♦ Dopo la rivoluzione del febbraio 1917, lo zar Nicola II venne arrestato e successivamente deportato a Tobolsk, una citta siberiana, e quindi a Ekaterinburg, negli Urali. Nell’estate del 1918 la Russia si trovò in piena guerra civile. L’esercito bianco, fedele allo zar, circondò Ekaterinburg e cercò di creare le condizioni per Scopri
di Francesca Gerla ♦ «Luca! Luca!» «Eh?» Allungo una mano fuori dalle coperte per afferrare l’orologio che ho lasciato sul comodino. È l’una di notte. Perché Antonio grida così? «Luca, guarda!» Mi stropiccio gli occhi. Alzo le palpebre, ma quelle si riabbassano subito. La battaglia dura poco; seguo l’istinto e mi giro dall’altra parte. «Ma Scopri
di Daniela Cicchetta ♦ La donna attraversò il Baglio con un cesto di vimini pieno di ortaggi, lo teneva poggiato sul fianco e aveva un’andatura sbilanciata, il corpo esposto all’indietro e il bacino proteso in avanti. Indossava pantaloni alla cavallerizza e una maglietta bianca, gli stivali da cavallo della passeggiata mattutina erano sporchi della terra Scopri
di Michele Costantini ♦ Il colombo dimenava le ali, assieme a tutto il resto del corpo, goffo ed ansimante, appesantito dalla fatica. Sentiva ogni fibra del suo corpo allungarsi e contorcersi nel disperato tentativo di sfuggire al nemico. I due gabbiani lo stavano inseguendo appaiati, dispiegando le loro grandi ali bianche con più eleganti gesti, Scopri
di Ornella Fiorentini ♦ Fiore scardina dal muro l’ultima porta della vecchia casa. È la settima, quella della camera dove dormiva la sorella. Lo fa con un gesto secco. Il legno geme con un suono stridente di violino scordato. Fiore, vestito con una tuta sporca di vernice, scende le scale lentamente tenendo la porta nera Scopri