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Bianco, rosso e Verdicchio

Nel cuore delle Marche, non lontano da Fabriano – capitale della carta, su cui sono stampati da trent’anni anche tutti i nostri libri – si trova Matelica, la città di Enrico Mattei, del Verdicchio e del miele.

Nell’ottobre del 2016 queste terre furono sconvolte dal terremoto, che provocò ingenti danni agli edifici e la sospensione di molte delle attività produttive e ricettive di tutta la zona.

Anche Villa Collepere, incantevole country house matelicese ricavata in una residenza d’epoca del XVII secolo e immersa nel verde di alberi secolari, fu costretta a chiudere le porte delle sue 8 camere e 4 suite, in seguito ai danni provocati dal sisma alla struttura della casa.

Con grande pazienza e grazie allo spirito indomito dei coniugi suoi proprietari, Carlo e Marilena, con l’aiuto dei figli Nicolò e Filippo, da qualche mese Villa Collepere è tornata a nuova vita riprendendo la propria attività di ospitalità di alto profilo, anche con la piscina e la spa.

Ma non solo: con una buona dose di coraggio e tutto l’amore per la propria terra, a Collepere si è approfittato della forzata sosta dovuta al restauro della villa per sviluppare un nuovo progetto, con l’acquisto dei vigneti confinanti e la realizzazione di due nuove etichette di vini: Grillì, Verdicchio di Matelica DOC, e Il Collepere, Colli Maceratesi Rosso DOC.

È curiosa la storia del nome attribuito al primo: c’è stato un tempo in cui nelle stradine di Matelica era consuetudine rivolgersi alla famiglia dei titolari con l’appellativo ‘grillino’. Un soprannome, un vezzo, per riconoscere qualcuno a cui piaceva saltellare qua e là, fra una chiacchiera e una risata. La parola tronca è una spontanea conseguenza dialettale.

A proposito di Verdicchio… sapevate che i vini di Matelica hanno deciso di rinunciare al brand ‘Verdicchio’ nella denominazione? Presto il piccolo bianco autoctono della provincia maceratese sarà infatti indicato soltanto come ‘Matelica Doc’ e ‘Matelica Docg’.

Una scelta non facile, che però si confida che sul lungo periodo serva a rafforzare l’identità peculiare di questo territorio e del suo prodotto più affermato e riconosciuto anche a livello internazionale, tanto che lo stesso New York Times ha di recente suggerito vivamente di scoprire ‘questo rosso vestito di bianco’.

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