Degustazione in Toscana tra vino, cultura e natura
Le tendenze dei viaggiatori contemporanei e la loro attitudine a partecipare a esperienze enogastronomiche – oltre alla (ri)scoperta delle bellezze naturali, paesaggistiche e culturali – stanno assumendo una rilevanza sempre più ampia e fondamentale per un viaggio.
In Toscana, le aziende vinicole sono sempre più aperte a cogliere il cambiamento: molte di loro hanno già pensato di unire la cultura e il palato, e offrono agli enoturisti le visite ai luoghi di produzione – vigneti, cantine, oliveti e quant’altro – facendo così scoprire attraverso i prodotti locali l’identità più autentica del proprio territorio, sottolineando il valore della condivisione.
Poter degustare un vino eccellente nel territorio in cui viene prodotto, proprio nel momento in cui i suoi profumi si diffondono con maggiore intensità nell’aria, può diventare un’esperienza di coinvolgimento dei sensi dai tratti eccezionali.
In questo senso, la Toscana parte avvantaggiata come destinazione, con i suoi incomparabili tesori d’arte e natura, i capolavori della sua cucina, nonché riconosciuta patria di celebrati vini.
Vi suggeriamo sei sfiziose tappe sulla nostra speciale strada del vino della Toscana, per conoscere le esperienze proposte da altrettante realtà vinicole, accomunate dalla vocazione per la viticoltura di qualità e dalla passione per la cultura letteraria.
1. Degustazione al Podere Fedespina
In Lunigiana, al Podere Fedespina di Mulazzo di Antonio, Mirta e Matteo Farina, c’è solo l’imbarazzo della scelta su cosa abbinare alla degustazione dei superbi vini della casa – il Fedespina, il Ca’ e lo Spinorosso – tutti prodotti in maniera naturale ed espressione dell’unicità di questa terra.
Prima o dopo la visita al vigneto e alla cantina, si potrà scegliere se continuare a godere della pace offerta dal luogo, magari partecipando a un evento yoga sotto la pergola del secolare glicine posto nell’ampio giardino dell’agriturismo di proprietà; oppure affrontare l’avventura del trekking fluviale presso i poco distanti Stretti di Giaredo, vero e proprio canyon dell’Appennino Tosco-Emiliano, esplorando a piedi il torrente Gordana: uno di quei luoghi dove la scienza può spiegare molto, ma dove la bellezza dispiega il suo mistero. Adatto anche per inesperti e bambini, basta saper nuotare.
Lettura suggerita sotto il patio, con gli Appennini di fronte in vista, e un calice di Fedespina IGT Pinot nero 100%: “Nulla è come sembra”, racconto scritto per il Podere Fedespina dal giallista Paolo Roversi.
2. Degustazioni alla Tenuta il Corno
Alla Tenuta il Corno, in Val di Pesa vi accolgono le morbide colline fiorentine punteggiate da uliveti, vigneti, boschi, campagne, con ville seicentesche e casali, con tutto il sapore dell’olio appena franto, del mosto e di un’operosità semplice, dove da un angolo ti pare di poter vedere spuntare ancora carretti e barrocci.
Qui la tradizione viticola ed enologica è delle più antiche: nasce nel XIV secolo, e si mantiene attraverso tutto il millennio fino a oggi, con la stessa passione; nel tempo sono state selezionate alcune interessanti e tipiche varietà toscane di vite, come il Colorino del Corno, la malvasia nera Santa Lucia e alcuni cloni di Sangiovese di Toscana.
Maria Giulia prosegue la tradizione della famiglia Frova, coltivando con amore e passione la terra toscana e dedicandosi all’ospitalità in azienda. Il risultato sono una serie di vini di alta qualità, che possono essere degustati in affiancamento a una serie di interessanti attività parallele: il corso di cucina in mezza giornata sulle basi della cucina italiana (e la sera si cena con quanto preparato); la caccia al tartufo, con tanto di tartufai e cani, organizzata nella tenuta (e il tartufo trovato lo si porta a casa); l’esperienza di 5 ore con degustazione e visita guidata alla cantina, e il pranzo (o la cena) a 7 doppie portate per studiare il miglior abbinamento tra vini e cibi (con finale diploma condale timbrato in cera).
Per i più ‘temerari’ c’è anche la possibilità di prenotare un volo in mongolfiera. In ogni caso, per tutti è consigliato un momento di pausa, con le vigne in vista e un calice di Colorino a fianco, per leggersi il racconto “Misure” di Vins Gallico, dedicato a Maria Giulia e alla Tenuta Il Corno.
3. Degustazione al Colle delle 100 Bottiglie
Il Colle delle 100 Bottiglie, già dal nome suscita idea di ‘diversità’: qui sulle colline che guardano da più lati la piana lucchese, Roberto accudisce da alcuni anni questi vigneti storici, sparpagliati tra San Macario in Monte, Segale, San Concordio di Moriano e la Maolina, dove si trova la cantina.
La grande varietà di cultivar testimonia una preservata preziosa biodiversità dei vigneti; i vini prodotti sono biologici, caratterizzati da fermentazioni naturali a temperature controllate.
Su queste rigogliose colline il trekking è attività esperienziale irrinunciabile, che potete abbinare all’assaggio dei vini presso la Maolina.
La degustazione qui è autentica, e la si fa come una volta, sotto gli alberi, nel declivio di terra, ulivi e filari sulla collina ai piedi della cantina, accompagnata da pecorino stagionato della Garfagnana per i tre rossi (un Syrah in purezza), e da Camembert di bufala per il bianco Pigne Gialle.
Piuttosto è la scelta dell’albero sotto cui bearsi di tutto questo che può far sorgere qualche incertezza: la diversità infatti qui si moltiplica, tra susini e salici, meli e peri, noci, noccioli, ciliegi e prugnoli; e poi querce, castagni, frassini e olmi; e pure peschi e albicocchi, ogliastri e infine un giuggiolo.
Questo magari riservatevelo per leggere, all’ombra della sua chioma e accompagnati da un calice di elegante Segale IGT, il racconto “Linee di vite” scritto da Silvia Seracini per Colle delle 100 Bottiglie.
4. Degustazioni al Podere La Regola
A Riparbella in piena Costa degli Etruschi, il Podere La Regola dei fratelli Nuti è faro di cultura per tutta l’area della bassa Val di Cecina: già la nuova cantina ecosostenibile, alimentata a energia solare, custodisce la splendida barricaia affrescata dal Maestro Stefano Tonelli, opera d’arte unica nel suo genere; e poi qui non ci si risparmia nel promuovere la cultura in molte altre forme, attraverso eventi, mostre, pubblicazione di libri, presentazione di autori, persino un concorso letterario – “La Regola della Letteratura” – che ambisce a diventare riferimento costante per una nutrita schiera di scrittori italiani emergenti.
A La Regola la rigenerazione del corpo e della mente può iniziare (o concludersi) con la visita alla cantina e la degustazione dei grandi Cru dell’azienda – di cui farete fatica a dimenticare il profumo e il sapore – e proseguire con la scoperta di un territorio molto caro agli Etruschi, di cui v’è ricca testimonianza di passaggio: il vigneto di Belora si trova infatti proprio sopra un loro antico insediamento.
Il cicloturismo è un eccellente modo di conoscere queste terre, una delle zone più rurali della maremma livornese, alla ricerca di ricche aree naturali, città d’arte e antichi borghi, con tappa obbligata al Podere dove si trovano anche le colonnine di ricarica elettrica per e-bike.
Di fronte allo spettacolo delle vigne e con un calice di cru La Regola IGT cabernet franc 100%, potrete godere appieno della lettura del racconto “Il sogno del vino” scritto da Daniela Cicchetta per il Podere La Regola.
5. Degustazione all’Azienda Agricola Arrighi
Per antonomasia l’Azienda Agricola Arrighi, a Porto Azzurro sull’isola d’Elba, è ormai diventata la cantina del ‘vino marino’, il Nesos, frutto del processo di immersione delle uve di Ansonica in nassa nelle acque del mare elbano, alla maniera degli antichi greci dell’isola di Chio.
Ma il lavoro di Antonio e della sua famiglia si articola in molte altre attività, sia produttive (ci sono altre 11 etichette, oltre all’olio EVO, allo squisito aceto di aleatico, e al limoncino) che esperienziali, soprattutto legate allo straordinario ambiente dell’isola e delle stesse terre dell’azienda, interamente comprese all’interno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Un suggestivo percorso di wine trekking tra le vigne e i boschi circostanti permette di ammirare e conoscere a fondo il territorio dove si producono questi vini, per degustarli proprio dove nascono, guidati dallo stesso titolare che non lesina di accompagnare la passeggiata e la degustazione con affascinanti storie e aneddoti su luoghi e persone, alla scoperta della biodiversità del territorio dell’Isola d’Elba.
Per trekkers (e bikers) più allenati sarà sufficiente alzare lo sguardo dai vigneti verso la grande croce di ferro del Mar di Capanna che domina la valle, per sapere dove dirigersi per affrontare lo spettacolare sentiero della GTE, la Grande Traversata Elbana.
Tornando dalle grandi o piccole escursioni, vi suggeriamo comunque quella panchina sotto i lecci, che domina l’anfiteatro di vigne sopra Porto Azzurro, e un calice di aleatico Silosò, per accompagnare la lettura del racconto “L’ambrosia viene dal mare” scritto da Paolo Roversi per l’Azienda Agricola Arrighi.
6. Degustazioni alla Tenuta Pietramora
La Tenuta Pietramora di Colle Fagiano si trova al centro di una zona strategica, a ridosso di Scansano, nel cuore della Maremma: disegnando un cerchio immaginario, più o meno alla stessa distanza di pochi km ci sono le Terme di Saturnia, l’area etrusca di Pitigliano e il monte Amiata verso l’interno; l’Argentario e il Parco dell’Uccellina in direzione del mare.
È quello stesso mare che contribuisce al microclima ideale di questo territorio, particolarmente adatto per rinvigorire le viti di sangiovese e generare i vini corposi e profumati che Gaia e suo padre Pietro hanno deciso, una ventina di anni fa, di produrre da queste parti.
Ovviamente stiamo parlando di Morellino, che qui viene sublimato in tre strepitose etichette, oltre a un vermentino bianco dalle caratteristiche molto particolari.
Le degustazioni avvengono nel borgo di Scansano, presso la Morelliana, l’altra creatura di Gaia, un luogo di accoglienza unico e speciale ricavato in una palazzina del ’600 finemente ristrutturata in stile vintage.
Ai vini si accompagnano prodotti tipici locali, in particolare gli straordinari formaggi della zona: dal ‘pecorino del nonno’ a produzione limitata, secondo sistema antico, solo latte di pecora crudo, caglio e sale, e stagionatura oltre 60 giorni; al ‘pecorino briaco’ immerso per 7 giorni nel sangiovese dopo la pastorizzazione e la stagionatura, da cui il caratteristico colore violaceo e il sapore esclusivo.
Dopo aver goduto appieno dell’esperienza enogastronomica, passeggiate a cavallo e cicloturismo sono le attività suggerite per la migliore esplorazione del territorio.
La lettura del racconto “Sentire la terra” di Vins Gallico potrà esservi utile per approfondire in modo evocativo e mediato la conoscenza della Tenuta Pietramora. Non dimenticate di farlo con un calice di Brumaio Morellino DOCG vicino a voi!